sabato 24 aprile 2010

Leasing immobiliare: cos’è e quali sono i vantaggi



Il termine leasing deriva dall’inglese to lease che significa affittare ed indica la locazione finanziaria. Con il contratto di leasing un soggetto (locatore o concedente) concede ad un secondo soggetto (utilizzatore) il diritto di utilizzare un determinato bene a fronte del pagamento di un canone periodico. Alla scadenza del contratto per l'utilizzatore c’è la possibilità di acquistare il bene stesso. Il primo canone da pagare di solito è di entità maggiore rispetto ai successivi e viene chiamato maxicanone o maxirata iniziale. Così si riducono i rischi di perdita del concedente: in caso di insolvenza dell'utilizzatore il locatore si riappropria del bene. Si presume che il valore di mercato dell’immobile sommato alla maxirata iniziale e ai canoni già corrisposti superi i costi sostenuti dal locatore.

Il leasing immobiliare è una forma di finanziamento molto usata per l'acquisto di immobili o per la ristrutturazione di un vecchio immobile occupato. L’uso del leasing immobiliare è sempre più frequente. I mutui sono poco flessibili (a parte la variabilità del tasso d'interesse) e si adattano poco alle esigenze del compratore.

Premesso che a volte conviene più acquistare un immobile che prenderlo in affitto, rimane da scegliere se fare un mutuo o un leasing. Le differenze tra mutuo e leasing immobiliare sono essenzialmente due:

• Rispetto un normale mutuo, il leasing ha una durata più breve: da un minimo di cinque anni ad un massimo di venti anni. All’atto pratico dura mediamente 12 anni. Per periodi più lunghi è più conveniente fare un mutuo.

• Il leasing immobiliare è molto più flessibile del mutuo normale: la maxirata iniziale è inclusa tra il 10 ed il 30% del capitale. È chiaro che maggiore è la maxi rata iniziale, minori saranno gli interessi passivi da pagare e la rata per il riscatto finale, che può variare dall'1% al 30%.
Nulla di ciò è previsto nel semplice mutuo fatto alle famiglie per comprare casa.

Il leasing immobiliare può essere più conveniente di un mutuo, soprattutto per le piccole e medie imprese.

Spesso le aziende ricorrono al leasing immobiliare per finanziare la costruzione di un nuovo immobile. I canoni di leasing decorrono ad immobile completato.

Per le aziende il leasing ha anche dei notevoli vantaggi in termini fiscali, infatti permette di ammortizzare l'immobile acquistato in un periodo che oscilla tra gli otto ed i nove anni, mentre nei processi ordinari (ad esempio mutui) si ha l'ammortizzamento in 30 anni e la decucibilità riguarda solo la quota degli interessi passivi e non il capitale. Inoltre nel leasing immobiliare si ha la deduzione delle rate per intero, quindi comprensive di capitale, se il piano di ammortamento dura almeno 8 anni.

I vantaggi fiscali sono minori per i lavoratori autonomi e per i privati, che possono detrarre solo il valore catastale dell’immobile. Se poi esso viene usato come abitazione la deduzione è applicabile solo per la metà dell’importo complessivo.

Esiste anche una particolare formula di leasing immobiliare che è il lease-back. Essa prevede la cessione di un immobile di proprietà ad una società di leasing continuando però ad occupare l’immobile per l’intera durata del piano di ammortamento. L’immobile sarà ricomprato dal suo proprietario originario al termine del contratto. Questo tipo di contratto consente di godere dei benefici fiscali grazie al passaggio di proprietà al momento della stipula ed è una buona soluzione per ottenere liquidità nella ristrutturazione di un immobile.

venerdì 23 aprile 2010

Contratto di locazione uso commerciale: cos’è, quanto dura, e come si rinnova

Sei un piccolo imprenditore ed hai bisogno di un immobile in affitto per avviare la tua attività commerciale? Il primo passo è sicuramente quello di cercare un immobile che si adatti perfettamente alle tue esigenze e all’attività che dovrai svolgere.

Muoversi nella giungla del mercato immobiliare non è semplice. Nella maggior parte dei casi ci si affida ad un’ agenzia immobiliare specializzate nel settore, che con l’aiuto dei loro esperti facilitano la ricerca dell’immobile, offrono assistenza pre-contrattuale, contrattuale e post contrattuale. È sempre bene, però, informarsi con anticipo per non arrivare completamente impreparati e non compiere passi falsi soprattutto in questo periodo di
crisi del mercato immobiliare.

Innanzitutto bisogna sapere che tra le varie tipologie di contratto di locazione ce n’è uno specifico per i locali ad uno diverso dall’abitativo: il contratto di locazione ad uso commerciale.

Fanno parte dei contratti di locazione ad uso commerciale tutti quelli che hanno per oggetto immobili con destinazione ad uso commerciale, artigianale, industriale, professionale o alberghiero.
Esistono due tipologie di contratto di locazione ad uso commerciale: 1. 6 anni più il rinnovo automatico 2. 9 anni più 9 per gli immobili destinati all’attività alberghiera Il canone di questa tipologia di contratto è completamente libero, secondo accordi presi tra il locatore ed il conduttore.

Inoltre può essere aggiornato annualmente in misura non superiore al 75% dell'indice pubblicato dall'
ISTAT.
Ovviamente il contratto di locazione ad uso commerciale prevede anche la possibilità di recesso dal contratto stesso che si differenza tra conduttore e locatore per le modalità.


Il conduttore può recedere dal contratto in qualunque momento nel corso della locazione inviando lettera raccomandata con almeno 6 mesi di preavviso per gravi motivi.


Il locatore invece può:


  • inviare disdetta solo in occasione delle scadenze contrattuali inviando lettera raccomandata almeno 12 mesi prima della scadenza (18 mesi se si tratta di un immobile destinato ad attività alberghiere).

  • esercitare facoltà di disdetta solo se ricorre una delle condizioni stabilite per legge (art. 29 legge 392/78).


Qualora non si verifichi nessuna di queste condizioni il contratto si rinnova, automaticamente e alle stesse condizioni, per un periodo di ulteriori 6 o 9 anni, al termine del quale il locatore può inviare disdetta, sempre con lo stesso termine di preavviso, questa volta per qualunque motivazione.
In caso contrario il contratto si rinnova alle medesime condizioni, per uguale periodo.


La locazione ad uso commerciale è interamente disciplinata dalla legge 392/78 (“Legge dell’equo canone”) che si occupa di questa tipologia di locazioni al Cap. II (art.27 e seguenti).

giovedì 22 aprile 2010

Abusi edilizi ed Ecomostri in Italia

La costruzione di ecomostri purtroppo continua ad essere un fenomeno che ha compromesso e continua a compromettere l'economia, il paesaggio, la cultura della legalità e del rispetto delle regole in Italia.
Quando si parla di ecomostro ci si riferisce ad un edificio o un complesso di edifici ritenuti seriamente incompatibili con l’ambiente naturale circostante costruito il più delle volte abusivamente.
Il termine fu ideato da Legambiente per descrivere l’Hotel Fuenti sulla costiera amalfitata, uno dei più noti edifici abusivi italiani. Queste strutture rappresentano dei veri e propri scempi ecologici a cui dover far fronte.

Un malcostume che sembra essere tutto italiano oltre a quello dell’abusivismo edilizio. Uno degli aspetti più inquietanti di tale fenomeno è che il più delle volte tali costruzioni sono altamente pericolose perché costruite su terreni ritenuti non idonei. Spesso infatti, ignorando importanti regole legate alla sicurezza, si costruisce abusivamente in zone franose, a rischio di smottamento e a rischio sismico con danni che, di frequente, la cronaca ci ha documentato tragicamente.

L’abusivismo edilizio è un fenomeno che sembra non esaurirsi anche se le cose diventano sempre più difficili per i costruttori senza scrupoli. È stata già stabilita la data in cui un’ ennesima costruzione abusiva verrà demolita. Si tratta dell’albergo “La Sonrisa” che si trova a Sant’Antonio Abate in provincia di Napoli. Nella zona in realtà non sarebbe mai dovuta sorgere tale costruzione perché protetta da vincoli paesaggistici. Nonostante questo, qualche anno fa l'albergo è stato addirittura ampliato con una sopraelevazione composta da due torri ed una mansarda. Fortunatamente, la struttura ha i giorni contati perché la Procura generale di Napoli proprio in questi giorni ha stabilito la sua demolizione attraverso una sentenza penale.

Purtroppo si tratta di una delle innumerevoli costruzioni abusive italiane che il più delle volte deturpa l’ambiente circostante. La lista degli ecomostri è lunga ma per fortuna comincia a crescere anche la lista degli ecomostri abbattuti. Merito delle battaglie ambientaliste e di sindaci e amministratori determinati. Demolire strutture abusive in effetti rappresenta un forte deterrente per i costruttori privi di scrupoli, irrispettosi della legalità e della sicurezza dei cittadini.

Vediamo in Italia quali sono i cinque ecomostri per i quali Legambiente chiede l’abbattimento in maniera urgente rispetto ad altri edifici illegali. Sono l’albergo di Alimuri nella penisola Sorrentina sul Mar Tirreno, le palazzine di Lido Rossello a Realmonte sul Mar Mediterraneo la Palafitta a Falerna Scalo sul Mar Ionio, le villette abusive di Torre Mileto sul Mar Adriatico e lo “scheletrone” di Palmaria nel Parco delle Cinque Terre nel Mar Ligure.

Si tratta di cinque edifici costieri costruiti abusivamente che costituiscono una selezione che ben rappresenta lo scempio di cui possono essere capaci i costruttori. In particolare a Torre Mileto, si è costruita una vera e propria città illegale fatta di 2.500 seconde case costruite negli anni settanta, 500 delle quali totalmente insanabili perché interamente costruite sul demanio marittimo.

Se anche nella vostra città o andando in vacanza vi capita di vedere un ecomostro potete segnalarlo sul sito internet di Legambiente: tutti noi possiamo contribuire a salvare il nostro paese! E poi chi vuole vivere nel rispetto totale dell’ambiente da oggi potrà beneficiare anche di alcuni incentivi statali: leggete il nostro post che riguarda l'acquisto di una casa ecologica!

lunedì 19 aprile 2010

Incentivi casa ecologica: come fare ad ottenerli

Il 29 Marzo 2010 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto sugli incentivi. Questo intervento prevede agevolazioni e finanziamenti per chiunque voglia acquistare casa oppure dei prodotti eco-sostenibili come motocicli, cucina, elettrodomestici.

Il contributo statale interviene direttamente sulla riduzione dei prezzi di listino per quanto riguarda gli elettrodomestici, le cucine o i motocicli, mentre per l’acquisto o lavori di ristrutturazione per le case eco sostenibili c’è un bonus statale dopo l’invio della richiesta previa disponibilità dei fondi.

L’intervento economico sul mercato immobiliare da parte dello Stato è senz’altro quello di maggior rilievo in quanto prevede incentivi per casa ecologica, quindi ad alta efficienza energetica.

Attraverso l’approvazione del decreto legge 40/2010 sugli incentivi per la casa ecologica il governo da un sostegno concreto tutti quelli che vogliono investire su questa nuova tipologia di immobile.

Ci sono 60 milioni di euro destinati a chi vuole comprare casa, purché sia la prima casa e rientri nelle classi di efficienza A e B. Appartengono alla classe A tutti gli immobili che riescono ad abbattere i consumi del 50%, ottenendo così un contributo statale pari a 116 euro per metro quadro fino ad una soglia di 7 mila euro, mentre rientrano nella classe di efficienza B, tutti gli immobili che riescono ad ottenere il 30% del risparmio energetico avendo cosi un contributo di 83 euro per metro quadro, fino a 7 mila euro.

In questo decreto inoltre è stata introdotta una norma che permette le ristrutturazioni edilizie senza la Denuncia di Inizio Attività (DIA) al comune di appartenenza e senza dover chiedere quindi l’intervento dei periti e architetti con un ulteriore spesa economica. Ma quali sono gli interventi che si possono fare senza il DIA?

Tra i vari interventi ci sono l’istallazione dei pannelli fotovoltaici purché non ci siano vincoli paesaggistici o architettonici regolati dai singoli comuni, gli interventi di manutenzione ordinaria e quelli di manutenzione straordinaria tra cui pavimentazione e arredi, opere temporanee per attività agricole, interventi per abbattere le barriere architettoniche.
Ma bisogna fare attenzione perché l’abbattimento della Denuncia di Inizio Attività non riguarda solo la tipologia di intervento ma anche la localizzazione geografica, quindi è sempre meglio verificare nel proprio comune di residenza quali interventi si possono fare senza autorizzazioni particolari.

Ma cosa devono fare gli acquirenti e i venditori per beneficiare di questi incentivi per la casa ecologica?

  • Essere in possesso dell’attestato di certificazione energetica dell’edificio;
  • Avere il contratto preliminare di compravendita stipulato necessariamente dopo il 6 Aprile 2010, data dell’entrata in vigore del decreto;
  • I venditori devono registrarsi all’apposito elenco telefonando al Call Center di Poste Italiane 800.556.670 a partire dal 15 aprile;
  • Il venditore dovrà fornire, oltre al settore di appartenenza e alla tipologia di edificio (classe A, classe B) deducibili dal certificato energetico, anche i dati relativi alla superficie dell’immobile sulla quale verrà calcolato il contributo, il prezzo base IVA compresa e i dati dell'acquirente come il codice fiscale e dati bancari;
  • Entro 45 giorni dal rogito l’acquirente dovrà trasmettere allo stesso numero di Call Center la copia del contratto, gli estremi della registrazione ed entro 90 giorni della compravendita richiesta di rimborso, la copia del contratto definitivo di compravendita che dovrà riportare l'indicazione dell'incentivo e la copia del documento di identità, codice fiscale e dati bancari dell'acquirente;

Per sapere di più sugli incentivi per la casa ecologica e tutte le altre agevolazioni si può consultare la Tabella incentivi e la Guida alle Agevolazioni fiscali per il risparmio energetico dell’Agenzia delle Entrate.

Mutui subprime: Goldman Sachs truffa i propri clienti

Goldman Sachs, una delle più importanti banche d’affari del mondo, è stata accusata di frode dalla Securities and Exchange Commission, autorità di controllo della Borsa (la Consob americana), che ha intentato una causa civile contro il colosso americano. Goldman avrebbe guadagnato giocando al ribasso contro dei prodotti che aveva venduto ai suoi stessi clienti. È il New York Times a riportare la notizia.

Goldman Sachs è uno dei più potenti istituti finanziari di Wall Street, fondato nel 1869 da Marcus Goldman, un tedesco immigrato negli USA. Nel 1896 a Goldman si unì il genero Samuel Sachs. Nello stesso anno la banca venne quotata in borsa.

La banca annovera fra i suoi clienti persone ricchissime, grandi aziende, governi, istituzioni finanziarie internazionali ed importanti enti. La sede principale è a New York, ma ha basi operative in moltissime località considerate tra i maggiori centri finanziari del mondo: Londra, Francoforte, Tokyo, Hong-Kong.

Secondo l’accusa della S.E.C. Goldman, su richiesta del gestore di hedge-found John A Paulson, avrebbe creato prodotti collegati a mutui subprime, per poi venderli ai propri clienti, rilasciando informazioni inesatte e omettendo i rischi che si correvano.

Lo strumento sotto accusa è l’Abacus 2007-AC1, un titolo complesso creato nel febbraio 2007. John A. Paulson era sicuro che il mercato immobiliare sarebbe crollato e chiese a Goldman di creare uno strumento che gli permettesse di scommettere al ribasso. Lo stesso Paulson indicò i titoli che dovevano essere inclusi nel pacchetto, scegliendoli tra quelli che secondo lui erano inevitabilmente destinati al collasso.

Quando l’Abacus cominciò a perdere valore, i clienti della banca che avevano investito in Cdo (collateralized debt obligation), obbligazioni garantite dai prodotti subprime, subirono gravi perdite. Si parla di un miliardo di dollari persi dagli investitori. Nel frattempo Goldman ed alcuni hedge-found (fondi speculativi) guadagnarono giocando al ribasso. Sembra che John A. Paulson e Goldman Sachs nel 2007 abbiano incassato cifre enormi grazie alla crisi dei mutui subprime. Quest’ultimi sono quei mutui concessi a persone che vogliono comprare immobili, ma che non sono in grado di offrire le giuste garanzie e che con ogni probabilità non saranno in grado di pagare la rata pattuita. "Goldman ha consentito a un cliente che scommetteva contro il mercato ipotecario di influenzare pesantemente quei titoli immobiliari inclusi nei veicoli di investimento, mentre agli investitori diceva che i titoli erano scelti da un soggetto terzo indipendente e obiettivo" dichiara Robert Khuzami, responsabile della S.E.C.
Lo scandalo coinvolge anche Fabrice Tourre, vicedirettore generale, che ha contribuito alla creazione ed alla vendita del prodotto incriminato.

Ma sembra che l’Abacus sia solo uno dei 25 prodotti creati da Goldman per permettere alla banca e solo ad alcuni clienti privilegiati di scommettere contro il mercato immobiliare. La S.E.C. sta valutando una vasta gamma di prodotti e transazioni. E non è tutto. L’autorità di controllo non esclude il coinvolgimento di altre importanti banche. È la prima volta che si agisce contro un prodotto finanziario messo a punto da Wall Street.

Goldman Sachs si difende: “Le accuse della S.E.C. sono completamente infondate dal punto di vista giuridico e le contesteremo con forza per difendere l'azienda e la sua reputazione”.

Intanto la notizia ha avuto notevoli ripercussioni sulle borse mondiali: Goldman ha perso 12,72%, a 160,83 dollari per azione. Ma sono in calo anche altre grandi banche, Wall Street è in crisi, le borse europee ne risentono.

Per capire meglio cosa sono i mutui subprime e i prodotti ad essi legati, suggeriamo di vedere questo video:


venerdì 16 aprile 2010

Occupazione abusiva case popolari: in Italia è sempre più caos

In Italia si sa, c’è un grosso problema: quello legato all’edilizia sociale. Tante richieste e poche case a disposizione creano alle famiglie meno facoltose tantissimi disagi e non solo, a volte si verificano delle vere e proprie truffe attraverso l’occupazione abusiva delle case popolari in affitto.

Blog Immobiliare vuole mettervi al corrente di una storia davvero singolare.

Pensate di andare in vacanza per due settimane e al vostro rientro a casa, la trovate occupata da un'altra famiglia!
Impossibile? No! È proprio quello che è successo a Francesca una signora di 60 anni che viveva nel quartiere Zen di Palermo: al ritorno dalla breve visita fatta alla figlia ha trovato una coppia di vicini che si era trasferita nel suo appartamento e che non ha nessunissima intenzione di interrompere l’occupazione abusiva della casa popolare.
L’anziana signora ha denunciato il fatto alle autorità competenti: polizia, carabinieri e Istituto Case Popolari ma è da 9 mesi che non può rientrare in casa perché chi ha messo in atto l’occupazione abusiva della casa popolare sa benissimo che nessuno mai farà in modo di sfrattarli. Il quartiere zen infatti è un quartiere di Palermo che potremmo definire problematico ed inoltre le forze dell’ordine incontrano difficoltà, da loro definite burocratiche, nel combattere le occupazioni abusive delle case popolari.
Non solo, ma la famiglia occupante è anche recidiva: il padre del ragazzo che ora ha addirittura la residenza nella casa della signora Francesca aveva precedentemente occupato ben due case popolari una sopra l’altra, aprendo poi una scala interna per collegare i due appartamenti in modo da creare una vera e propria reggia: una grandissima cucina, un salotto enorme, un ampio soggiorno, quattro camere da letto e ben tre bagni!

Le Iene si sono occupate di questo caso e grazie a loro qualcosa si sta muovendo, dopo i due servizi mandati in onda, di cui ve ne presentiamo uno qui sotto, il sindaco di Palermo promette di muoversi velocemente per far cessare questa occupazione abusiva della casa popolare e l’Istituto Case popolari offre massima disponibilità alla signora Francesca.
Dal canto suo anche la famiglia occupante offre una soluzione: loro al massimo sono disposti ad ospitare la signora nella “loro” casa ma mai saranno disposti a ridargliela!

La situazione ha veramente dell’assurdo e noi speriamo che oltre alle promesse le istituzioni comincino a fare qualcosa di serio per la signora Francesca.

Il mercato immobiliare troppo spesso sta assistendo inerme a vere e proprie truffe come quella appena raccontata o come quella più volte documentata da Blog immobiliare della frode fiscale degli affitti in nero e ciò di sicuro non aiuta affatto a risollevare il mercato del mattone dalla profonda crisi che sta affrontando ormai da tempo.


sabato 10 aprile 2010

Home staging: la professione che rende più bello il tuo immobile

Il mercato immobiliare è saturo? C’è una nuova professione che prova a sbloccare le vendite degli appartamenti, rendendoli semplicemente più appetibili per i possibili acquirenti. È l'home stager,una nuova figura professionale che riesce a cambiare faccia all’appartamento candidato alla vendita o alla locazione con semplici mosse.

La professione di
Home Staging è nata negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’70 da un idea dell’agente immobiliare Barb Schwarz. La figura di home stager si diffonde velocemente in America, affermandosi come una vera e propria figura professionale a cui sia privati che agenti immobiliari ormai non possono fare a meno di rivolgersi per una consulenza. Ultimamente questa professione è arrivata anche in Europa contagiando i mercati dell’Inghilterra, Francia, Spagna e ora anche l’Italia.

A volte basta cambiare il colore alle pareti, altre volte riposizionare i mobili nella stanza e riorganizzare gli spazi, una nuova tenda, una nuova poltrona, o una nuova lampada, piccoli trucchi per una vendita o una locazione più veloce che solo un professionista preparato nell’attività di
Home Staging riesce però a suggerire. Per diventare un buon home stager non bisogna essere un arredatore di interni, né essere necessariamente un agente immobiliare o un architetto ma basta saper valorizzare un immobile con soluzioni semplici e poco costose.

Ecco perché l’ Associazione Italiana Home Stager ha deciso di organizzare corsi di formazione per home stagers, che offrono una panoramica generale sui principi dell’attività di
Home Staging, nozioni base su materiali, luci e forme, sulle diverse tipologie di costruzioni (casa classica, moderna, rustico, loft, etc.), l’insegnamento della pianificazione degli spazi, e principi fondamentali per la fotografia degli interni, utili al fine di rilasciare al cliente foto efficaci per la pubblicazione del suo annuncio. Per il resto è necessario avere occhio per le proporzioni, senso dello spazio, e buon gusto.

L'home stager può percepire dai 250 euro fino al 3% del valore dell'immobile. Il costo per pagare questa consulenza è recuperabile, da parte delle agenzie immobiliari o del privato che si affida a questa nuova figura, alzando leggermente il prezzo dell'appartamento, che avrà migliorato la propria quotazione grazie agli interventi di restyling.


Ma quali sono i vantaggi che gli agenti immobiliari possono trarre dalla consulenza di un Home Stager, visto che per entrambi l’obbiettivo è quello di piazzare un immobile al miglior prezzo, nel minor tempo possibile e alle migliori condizioni sul mercato immobiliare?
Ci sono vari motivi per cui è vantaggioso per gli agenti immobiliari stringere una collaborazione con un Home Stager, ad esempio crea un ottimo ritorno di immagine per l'agenzia e permette di differenziarsi sul mercato, di posizionarsi in una fascia esclusiva e di conseguenza il volume di affari si incrementerà sia in termini di ritorno sulle singoli contratti stipulati che di numero di incarichi affidati. Inoltre i clienti tenderanno a privilegiare le agenzie immobiliari che offrono il servizio innovativo di Home Staging.

Questa è la dimostrazione di come una semplice passione possa trasformarsi in una professione che per ora è agli inizi, ma che nei prossimi anni vedrà un vero e proprio boom in Italia.

Mancato pagamento affitto: ecco cosa può succedere

Nino Cherchi, di 69 anni, ex figura di spicco del banditismo sardo, ha ucciso due ragazzi albanesi, rispettivamente di 30 e 32 anni. L’omicidio si è consumato intorno alle ore 13 dell’8 Aprile all’interno dell’immobile in affitto. Cherchi ha sparato sette colpi, due alla testa di Gazmen Peca, e due a Kasem Memaj, uccidendoli sul colpo. Poi ha puntato la pistola contro Ariana Zelo, 31 anni e moglie di Gazmen Peca, sparando tre colpi e ferendola gravemente al torace. Sembra che la donna si sia salvata buttandosi a terra. Trasportata dal 118 all’ospedale di Olbia, dopo un lungo intervento chirurgico, non sarebbe ora in pericolo di vita. Ariana Zelo ha cercato di difendere dai colpi di pistola il figlio di cinque mesi, che fortunatamente non è stato ferito.

Kasem Memaj era arrivato da poco in Italia per fare lo stesso lavoro che faceva Gazmen Peca, che lavorava per una ditta edile. Sembra che i tre facessero fatica ad arrivare a fine mese. A conseguenza di ciò c’era stato un mancato pagamento dell’affitto negli ultimi mesi, come testimonia un’amica con cui si era confidata Ariana Zelo.

Dopo aver compiuto l’omicidio, Nino Cerchi ha chiamato il 112, dicendo solo: “venite qui”. Ai carabinieri che lo hanno interrogato l’ex latitante ha detto inizialmente di essersi semplicemente difeso da un’aggressione. Ha confessato solo in seguito.

Il movente è ancora dubbio, una delle ipotesi che sta valutando Riccardo Rossi, sostituto procuratore del Tribunale di Tempio Pausania, è che la lite sia scoppiata per il ripetuto mancato pagamento dell’affitto.
Anche la dinamica dell’omicidio è ancora da accertare. L’arma che ha sparato i colpi è una pistola 7,65, regolarmente denunciata dalla famiglia di Cherchi, ma i carabinieri non si spiegano come mai l’uomo l’avesse con sé, soprattutto considerando che pochi minuti prima era stato visto da una vicina passeggiare tranquillamente. Sembra sia da escludere che il Cherchi sia tornato a casa a prenderla in un secondo momento, a causa del nuovo mancato pagamento dell’affitto.

Nino Cherchi è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Figura di spicco del banditismo sardo, si è macchiato in passato di molti crimini, tra cui rapine, furti ed estorsioni ed ha trascorso undici anni in carcere, finchè, nel 1979, non è stato graziato dal presidente della Repubblica Sandro Pertini. A quel punto cerchi si è trasferito ad Olbia, dove ha aperto una macelleria.

Il motivo che ha portato a tanta violenza appare ancor più futile se si considerano alcuni elementi. Il locale in questione sembra sia un monolocale piccolissimo, situato al piano terra; secondo alcune fonti si tratta di uno scantinato, in particolare dello scantinato della casa dove Cherchi abita al primo piano.
Un’amica della coppia sostiene che i due pagavano un affitto di ben quattrocento euro mensili. Una cifra enorme, se si considera il tipo di locale in cui vivevano e che, in parte, ci fa capire i motivi del mancato pagamento dell’affitto. E non è tutto. Non esiste regolare contratto di affitto. Certo, in una realtà in cui gli affitti in nero non sono più una novità, il fatto non fa poi tanto scalpore. Affittare appartamenti in nero è diventata una consuetudine e ciò che è consueto diventa normale. Anche se questa consuetudine a ben pensarci non conviene a nessuno. Senza contratto di affitto il locatore non ha il diritto di riscuotere il canone d’affitto e l’affittuario non ha il diritto di occupare l’immobile. Bisogna inoltre considerare che chi affitta un qualsiasi tipo di locale senza regolare contratto di locazione rischia multe salatissime. Sicuramente regolarizzare le cose rende più sicuri non solo nei confronti del fisco. È fondamentale per un proprietario sapere chi occupa il proprio appartamento. Per questo è importantissimo rivolgersi a persone esperte nella ricerca di immobili da una parte e di inquilini referenziati dall’altra.
A tal proposito ci permettiamo una riflessione: se le due vittime si fossero rivolte a un’agenzia immobiliare non avrebbero forse trovato qualcosa di meglio di uno scantinato in affitto a 400 euro mensili? Questa vicenda ci sembra sempre più assurda.

mercoledì 7 aprile 2010

Terremoto dell’Aquila: dopo un anno cosa c’è di buono?

Alle 3.36 del 6 aprile 2009, esattamente un anno fa la terrà tremò all’Aquila e tremò talmente tanto forte da farsi sentire anche in molte delle regioni confinanti. Tremò talmente forte che rase al suolo una città che era un patrimonio artistico nazionale.
Alle 3.36 della scorsa notte invece, un anno dopo il terremoto dell’Aquila, in piazza Duomo si sono riunite 20 persone per una fiaccolata in ricordo delle vittime, una cerimonia davvero commovente e ricca di emozioni per tutti i parenti delle vittime che sono state ricordate con 308 rintocchi di campane e per tutte le persone presenti.
In questa occasione il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, dopo aver ascoltato i ringraziamenti di Napolitano rivolti ai Vigili del Fuoco, alla Protezione Civile e ai volontari ha voluto riconoscere l’impegno del Governo che in questi 365 giorni ha inviato 7.618 soccorritori allestendo 5.957 tende e costruendo 4.449 appartamenti antisismici, gli ultimi dei quali sono stati consegnati a fine febbraio e hanno dato riparo a quasi 15 mila persone. E ad aumentare gli aiuti per i sopravvissuti al terremoto dell’Aquila due mesi fa sono stati ammessi al contributo speciale per la riparazione altre 500 case.

Ma qual’é il bilancio di questo lungo anno?
Al di la delle tante opinioni discordanti e delle tante lamentele che oggi popoleranno di sicuro tutti i media Blog Immobiliare ha deciso di andare a vedere con occhio obiettivo la situazione attuale e cosa si è realmente fatto dopo il terremoto dell’Aquila.

Per chi si avvia a piedi nel centro cittadino lo scenario è abbastanza desolante: la maggior parte del centro storico è inaccessibile e i vicoletti che una volta erano caratteristici della città oggi sono transennati ancora ricoperti ai lati dalle macerie.
Le case che apparentemente hanno subito pochi danni sono ancora nelle stesse condizioni dell’anno scorso: puntellate e chiuse perché non sicure e molti palazzi sono stati messi al sicuro con delle grandi cinture proprio come quelle utilizzate dai camion quando trasportano un carico pericoloso.
Ciò che risulta evidente però è che ricostruire il centro storico non è per nulla una cosa facile, perché si dovrebbe ripartire da zero, dalle fondamenta che avrebbero dovuto esser costruite con criterio e soprattutto secondo le norme antisismiche.
Ma i tempi tecnici per ricostruire la città secondo i criteri antisismici vanno dai 10 ai 15 anni, come dimostra quanto è avvenuto e sta avvenendo per il terremoto dell’Umbria e delle Marche che di sicuro tutti ricordano.

Ed è proprio il terremoto del 1997 che ha fornito al Presidente Berlusconi lo spunto per un paragone significativo sul quale incentrare il messaggio mandato alle tante famiglie colpite dal terremoto dell’Aquila: “… L'Aquila e i tanti borghi colpiti dal sisma hanno una storia secolare e un patrimonio artistico e urbanistico tanto prezioso quanto delicato. Ci vorranno dunque anni per giungere al restauro e alla completa ricostruzione di quanto e' stato lesionato o perduto. Gli aquilani tuttavia devono esser fiduciosi perché le risorse necessarie per ricostruire L'Aquila sono già state previste nel "Decreto Terremoto": 8,6 miliardi di euro. E questo non era mai accaduto in passato. Lo sgombero delle macerie, bloccato dieci mesi fa dal Comune dell'Aquila, sta avvenendo e la ricostruzione e' già partita. Nell'attesa tutti vivono in una situazione dignitosa in case confortevoli e sicure. Per tornare alla normalità ci vorrà del tempo ma gli abruzzesi sanno bene che il Governo per loro ha fatto tutto il possibile con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Gli aquilani riavranno la loro città – continua il Presidente - La ricostruzione dell'Abruzzo non ha e non avrà nulla a che vedere con gli sprechi e i ritardi del Belice, dell'Irpinia e dell'Umbria"

Ciò che conforta effettivamente e dà senso alle parole appena lette è vedere la periferia dell’Aquila popolata da migliaia di appartamenti antisismici e dotati di ogni confort per tutti i fortunati che hanno potuto accedere alle abitazioni costruite dopo il piano C.A.S.E..
Chi invece non è rientrato in questa fortunata lista, ha avuto comunque la possibilità di ottenere alloggi gratuiti nei vari alberghi della riviera adriatica, tra le polemiche dei tanti albergatori che non possono sfruttare a pieno le loro strutture ricettive per le imminenti vacanze sull’Adriatico.
È chiaro che per queste 15 mila persone queste non sono case definitive, quelle che andranno a sostituire gli appartamenti che hanno perso nel centro storico, ma rendono sicuramente l’attesa più dolce che vivere in conteiner o nelle tende.
E dopo? Quando finalmente la città si sarà riappropriata del suo centro storico e si potrà parlare del terremoto all’Aquila come un ricordo lontano, che fine faranno le migliaia di costruzioni che ora sono occupate da queste famiglie disagiate? Diventeranno case in affitto per moltissimi studenti, il vero cuore del capoluogo abruzzese.
Ma questo non è l’unico lato rosa della ricostruzione, assieme alle case antisismiche sono state costruite 32 nuove scuole, note come Musp, Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio e sono stati messi in sicurezza molti vecchi edifici che hanno consentito agli oltre 17 mila studenti aquilani di tornare sui banchi in tempo per l'inizio dell'anno scolastico 2009/2010.
Grandi risposte di ripresa ha dato anche l'Università dell'Aquila che ha fatto registrare oltre 23 mila iscrizioni, anche se come continua a denunciare il Rettore Ferdinando di Orio le istituzioni non hanno dato risposte adeguate sul fronte posti letto per i non residenti. Ci sono ancora oltre 6 mila ragazzi fuori sede che ogni giorno affrontano i disagi di ore di viaggio in pullman prima di arrivare in facoltà.
Blog Immobiliare spera che dopo aver affrontato al meglio la situazione d’emergenza per tutti i residenti, sicuramente i più colpiti dal terremoto dell’Aquila, anche gli studenti avranno tutto ciò di cui hanno bisogno per poter frequentare le lezioni e raggiungere le proprie facoltà comodamente.
In un anno i passi avanti ci sono stati e speriamo che a breve se ne vedranno altri!
Vi lasciamo qui di seguito il video simbolo del terremoto dell’Aquila e della speranza che lega migliaia di persone.